Redattore
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Cecilia Ranfagni
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Da “Camposanto degli Inglesi” Di Franco Fortini
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Ora è passato
molto tempo, non so dove sei, forse vedendoti
non riconoscerei la tua figura. Sei certo
viva e pensi talvolta a quanto amore
fu, quegli anni, tra noi, a quanta vita,
è passata. E talvolta al ricordare
tuo, come al mio che ora ti parla, vana
ti geme, e insostenibile, una pena;
una pena di ritornare, quale
han forse i poveri morti, di vivere
là, ancora una volta, rivedere
quella che tu sei stata andare ancora
per quelle sere di un tempo che non esiste più
che non ha più alcun luogo
anche se io scendo a volte per questi viali
di Firenze ove ai platani la nebbia,
ma leggera, fa velo e nei giardini
bruciano i malinconici fuochi d'alloro.
Cecilia mi domanda una pennellata sulle sue rifrazioni di donna molteplice, autenticamente poliedrica. Io le dedico i versi di Fortini che a mio parere risuonano di una profonda magia di sensi e sensibilità coniugate, come la tagliente e intensissima voglia di vivere che ella possiede, mischiata alla consapevolezza plastica dell'ineliminabile dolore esistenziale. Ironica e lucente, molto comunicativa, Cecilia trasmette un suo peculiare charme profumato di suggestioni. SDS.
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