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Soglie
Storie liminari di estremo disagio


 

 

Sono rimasta ad aspettare la tua primavera.

Senza cibo né parole.

La voce oscurata dal vento bruno su di me.

Sono rimasta perché credo nell'estate dei tuoi occhi.

Nella luce di Lei.

Sono rimasta perché così sento che deve essere.

Ed ancora resto ad attendere, ogni attimo di questo inverno,

la tua primavera.

                                            SDS.

 

 

 

(Le seguenti frange di vita sono realmente esistenti, per la privacy ed il rispetto del dolore qui espresso i dati originari di nomi e persone sono stati cambiati)

---Davide, sessantacinque anni sovradosaggio da antidepressivi, in coma vigile, lamenti per un intero giorno, sete, arsione diretta e insaziabile, farneticazioni, nessuna lavanda gastrica.

Subìto elettrochock in gioventù e ricovero coatto in camicia di forza  a San Salvi. Dolore. E’ un artista, dipinge, egli sa dipingere.

---Manuel, trentaquattro anni, bellissimo per gli standard in voga e non solo, un bronzo di Riace dannato, tormentato, alto, il colore del sole sul derma visibile, due operazioni ai tendini del braccio a causa delle ferite provocate dalle iniziezioni di eroina e cocaina di cattivo “lignaggio”, probabile un terzo intervento a breve. Ancora fitto nel tunnel delle sostanze.

---Ginevra, cinquantadue anni, rapporto di intenso amore e intensa frizione con un marito che non le dona attenzioni a sufficienza per l’ ossessione della ragazzina che è ancora: attenta anche al minimo spostamento oculare del coniuge, a tutto oggi dopo tanti anni; (caratteri opposti, pervicace mania di lei - espansiva, colorata e bizzarra -  nel non accettare l’indole chiusa di lui).

 Lieve interessamento al figlio, assimilato al padre ma non fortemente amato. Cinque tentati suicidi in sovradosaggio di benzodiazepine e antidepressivi, tutti in evidenza per essere tratta in salvo da “Lui”. Dice di volersene andare ancora, ma la sua vitalità è manifesta, tutto pare riconducibile ad un rapporto non maturo con il consorte desiderato con la bramosia di un fidanzato.

---Federica, quindici anni di tossicodipendenza alle spalle, una bambina in affido che vorrebbe riprendersi, determinata, ai limiti strettissimi di una violenta anoressia, poca relazionalità con i genitori e con l’esterno in genere.

---Silvia, in gravidanza al quinto mese, sotto metadone, ulcerazioni purulente e profonde su entrambe le gambe ove dice di essersi iniettata la cocaina. Sostiene di averla assunta al secondo mese gestazionale, probabile tossicodipendenza molto più seria e radicata in atto (il compagno è uno spacciatore e lei stessa narra di esperienze di spaccio in crisi d’astinenza). Ha già partorito due volte, in un caso il feto è nato morto, nell’altro è stato dato in adozione.

                                                                               (continua…)

Queste potrebbero essere scarnificate relazioni redatte da un novizio in medicina, o neanche. Queste creature non sono neppure “gli emarginati” sono il buco nero, il nulla della Società dei profitti, rappresentano la volontà feroce di quest’ultima di cancellarli e non trattare neppure marginalmente i loro singhiozzi di vita. Quello che so di tutti loro invece è la vita che batte, preme a percussione nel loro sangue, perché chi dice: no, ha solo l’urgenza straziante di urlare che qualcuno lo salvi.

Ed i tesori che mi hanno donato con i loro volti, il loro dolore, la loro presenza così intimamente umana, gremiscono me fin dentro le ossa.

 

Alla pena di queste anime un suono ouverture di aperta speranza

Vorrei farti sorridere.

Vorrei essere ciò di cui ti renderai conto di avere voglia e bisogno.

Vorrei saper giocare.. perché no anche insieme.

Vorrei essere un grembo per te: il grembo, il ventre.

Vorrei essere il tuo desiderio di fusione profonda, mollati gli ormeggi, e insieme la tua tiepida riva.

Vorrei essere lo sguardo al quale non avrai bisogno di chiedere.

Vorrei abbracciare ogni tuo spettro e paura e fugarli via da te.

 

 

E Sia Vegliare l'anima scabra e nodosa che mi presenti, come forse non è che il Senso, il Senso assegnatomi.

SDS.


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