Io sono qui dopo il DOLORE: giorni di rianimazione, senza poter
respirare o vivere da sola priva di macchine, dopo dialisi varie, dopo molti
stati comatosi vissuti in tre anni, dopo emorragie, trasfusioni, polmoniti,
operazioni da sveglia, sono qui dopo essere stata sul confine ove qualcuno ha
voluto che non lo attraversassi ancora.
Il senso che mi avete trasmesso, voi che mi avete accompagnata fino a riuscire
per l’unica volta a trovare sapori nell’esistenza, voi ricchi di scavo
nell’umanità più scevra e profonda, si riassume in questa citazione
dal Vangelo, valida per atei, agnostici, appartenenti, secondo me, a
qualsiasi religione (sono le parole più intense che abbia mai ascoltato):
Dal Vangelo secondo Marco(25,31-46):
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria […] saranno riunite davanti a lui tutte le genti ed egli separerà
gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri[…]
Allora il re dirà a quelli che stanno
alla sua destra: Venite, riceverete in eredità il regno….
Perché io ho avuto fame e mi avete dato
da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete
ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e
siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore quando mai
ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo
dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo
e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo
venuti a visitarti?
Rispondendo il re dirà loro:
In verità vi dico:
ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più
piccoli, l’avete fatto a me.
SDS.
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