scarica il testo
Clicca qui per stampare o seleziona File-Stampa dal browser

segue da Vertigine


Ringraziamenti

Omaggio denso, profondo, infinito,

 ove le parole saranno sempre insufficienti

 

 

 

 

E di sangue,

fibre al fieno.

Seni, parole, ambiguità.

Come se il buio fosse

e un ricordo.

Inside.

E' sangue

e tenaglia di sete.

In tuo no. Ancora sangue.

Come se Buio non fosse... esistito.

Come se io non fossi... esistita.

E di che cosa resta, fieno,

sangue sul fieno, ambiguità.

Come la me ove premo in non existo,

e tu resti solo

non mio.

 

 

Arancio Sbucciato

Neve ebra,

sii marmo di sangue

Cerco il tuo Sebastiano.

La farina colma

scolla il tuo ribes

e la tua regina on nuit

spira carnefice e morbida

sulle tachicardie.

Sii la cera che batte

su ogni pelle di fuoco.

 

 

Verrò di notte al tuo viso,

ebri di calce, nastro

suadente di sonno.

Verrò dal tempo senza

più dimora, pietra

di lunghi silenzi.

E sul greto nuda,

respirare il tuo odore,

fresca ogni notte

ti sazierò lì accanto.

 

(Dedico queste tre poesie ed in particolare l’ultima, fitta nei versi di sensualità, agli sposi più appassionati della mia vita, il personale e gli affetti che mi hanno impedito di  fissare il vuoto)

 

Non possono esistere parole bastanti ad esprimere il fil rouge tramato fitto e intensissimo tra chi stava morendo e chi gli/le ha salvato la vita. Si dice che si resti LEGATI per sempre in questi casi.

E non può che essere così.

Nelle grandi manovre di rianimazione, nelle decisioni prese che hanno poi stabilito il prosieguo della tua vita, nei gesti minimi di chi con un amore profondo e totale si è dedicato al tuo corpo ed al tuo spirito allora malato, restituendogli dignità, e mai facendogliela mancare ma educandolo ad una nuova luce.

Nella tenacia di una madre, di un fratello, di un sacerdote, e di amici che ti  hanno omaggiato di presenza, quando anche un tocco lieve delle loro dita poteva dar senso ad un intero mondo quotidiano.

Questo numero di Porpore e tutto ciò che verrà dopo, qualunque cosa sia, io lo devo a chi mi ha salvato la vita.

Impossibile sarebbe davvero farvi vedere attraverso i miei occhi quegli occhi, quei sorrisi, quella volontà strenua e indomabile di opporsi alla morte che mi ha portato di nuovo e diversamente, adesso, fino a voi..

A tutti loro che sono nel mio cuore fluenti come e più del mio stesso sangue: Grazie e per sempre.

Esisterete in quest’anima finché la vita che mi avete restituito attraverso il cuore che è mio e vostro insieme, e non più disgiunto, batterà di pulsazioni

SDS.


Indietro
Pagina 6 di 7