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segue da Elementi

a cura di Riccardo Caccia

Passando dalla “filosofia” alla “poesia”, per restare fedele ai bei propositi, dovevo scegliere un continente. Pensa che ti ripensa (ma nemmeno troppo), mi è venuto spontaneo associare all’elemento legno l’Europa, che un po’ di “ciocco” lo è... Non chiedetemi perché e vi risparmierò un’arrampicata sugli specchi da far invidia all’Uomo Ragno. Diciamo, semplicemente, istinto di poeta (mi tappo le orecchie per non sentire i fischi).

La cosa ancor più sbalorditiva è che per rappresentare l’Europa ho scelto, udite udite, il nostro caro “stivale”, la beneamata Italia! Confesso che ho sfogliato decine di libri (decine... insomma qualcuno!) di poeti francesi, inglesi, spagnoli, tedeschi, greci, turchi, finlandesi, ma alla fine non ho resistito.

In realtà, volevo parlare di due autori a me vicini, “geograficamente” parlando (nel senso sia di spazio tridimensionale, che di “paesi del cuore”): il poeta nonché livornese Piero Ciampi e il cecinese Marcello Landi.

Anche se la rabbia non è la cifra più importante della loro vicenda umana ed artistica, credo che entrambi ne abbiano “filtrata” tanta, soprattutto del tipo “indignazione pura”. La loro grandezza sta nell’avercela restituita “trasmutata” in qualcosa che va dritto al cuore, indefinibile e incontenibile, fino al pianto di chi sente di essere vicino al segreto della vita.

 

 

Piero Ciampi (Livorno, 28/09/1934 – Roma, 19/01/1980)

 

 

 

“Io sono un poeta, sempre, anche quando sbaglio lo faccio da poeta. E posso fare e dire quello che mi pare perché sono un poeta. (...) Sono arrabbiato per tre motivi: sono livornese, anarchico e comunista. (...) canto perché non voglio ammazzare. Poi anche perché una sera ho visto in un teatro di Parigi Montand che ha fatto due ore di spettacolo con un bastone e un pianoforte. Spero sempre di essere grande come lui per chi mi ascolta. (...) E’ grande colui il quale moltiplica per tre quei tre minuti, all’infinito. In tre minuti un cantante diventa grande o cessa di esistere. Io moltiplico per tre quei tre minuti o lo faccio gratis, o quasi. (...) E’ la morte che mi fa soprattutto rabbia, perché non la posso fregare.”

A me fa rabbia pensare alla sua vita difficile e breve, ma ancora di più mi fa rabbia l’indifferenza, la diffidenza e l’oblio che lo hanno accompagnato e tuttora stentano a dissolversi. Perché, ecco, sapete, Piero Ciampi è un poeta così...

 

 

HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA

Ha tutte le carte in regola
per essere un artista.
Ha un carattere melanconico,
beve come un irlandese.
Se incontra un disperato
non chiede spiegazioni,
divide la sua cena
con pittori ciechi, musicisti sordi,
giocatori sfortunati, scrittori monchi.

Ha tutte le carte in regola
per essere un artista.
Non gli fa paura niente
tantomeno un prepotente.
Preferisce stare solo
anche se gli costa caro,
non fa alcuna differenza
tra un anno ed una notte,
tra un bacio ed un addio.

Questo è un miserere
senza lacrime.
Questo è il miserere
di chi non ha più illusioni.

Ha tutte le carte in regola
per essere un artista.
Detesta lavorare
intorno a un parassita,
vive male la sua vita
ma lo fa con grande amore.
Ha amato tanto due donne,
erano belle, bionde, alte, snelle,
ma per lui non esistono più.

È perché è solo un artista
che l'hanno preso per un egoista.

La vita è una cosa
che prende, porta e spedisce.

 

(Piero Ciampi)

 

 

CANTO UNA SUORA


Canto una suora, il vestito era bianco,
il sorriso era triste, la sua mano tremava
se toccava una cosa che non fosse sua.
Canto una suora che decise una scelta,
che si è giocata tutta una vita
senza avere neppure più di un tetto.
Sì, canto una suora che prega tuttora,
e il pomeriggio nel parco lei sorride ai bambini;
se volta la testa non è per curiosità,
lei lo fa per donare un sorriso d'amore.
Canto una suora che ha avuto il coraggio
di amare un altro uomo che non fosse Cristo
ed oggi ha un bel viso ed ogni mattino
è una bella risata al destino.
Canto una sorella senza sorelle senza fratelli.
La solitudine è presente, lei piange continuamente.
Canto una suora che oggi ha un bel viso
ed ogni mattino è una risata al destino
e prima del suo sonno lei prega solenne
e spera ancora un po' di speranza.
Porca miseria, fra tanti sei sola
ed ora rischi come tutti gli altri
e così sai che cos'è il sacrificio,
adesso sai che cos'è il vero sacrificio.

 

(Piero Ciampi)

 

 

ADIUS

 

Il tuo viso esiste fresco
mentre una sera scende dolce
sul porto.
Tu mi manchi molto, ogni ora di più.
La tua assenza è un assedio
ma ti chiedo una tregua
prima dell'attacco finale
perché un cuore giace inerte
rossastro sulla strada
e un gatto se lo mangia
tra gente indifferente
ma non sono io,
sono gli altri.
E così...
Vuoi stare vicina? nooo?
Ma vaffanculo.
Sono quarant'anni che ti voglio dire... ma vaffanculo.
Ma vaffanculo te e tutti i tuoi cari.
Ma come? Ma sono secoli che ti amo, cinquemila anni, e tu mi dici di no? Sai che cosa ti dico? va-ffanculo. Te, gli intellettuali e i pirati. Non ho altro da dirti. Sai che bel vaffanculo che ti porti nella tomba? Perché io sono bello, sono bellissimo, e dove vai? Ma vaffanculo. E non ridere, non conosci l'educazione, eh? Portami una sedia, e vattene.

 

(Piero Ciampi)

 

 


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