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segue da Elementi

a cura di Riccardo Caccia

            Noi non abbiamo più, per dipingere e per scrivere, la calma visione del mondo di un Tiziano o di un Ariosto: l’inquietudine determinata dal progresso, e perfino le lacune fisiologiche effetto dei mutamenti biologici della specie, ce ne fanno diversi. Ciò nonostante il movimento EAISTA vuole riaffermare la universalità dell’espressione artistica, pur asserendo che l’arte debba adeguarsi alle particolari esigenze della nostra attuale età, e ciò senza impregnare di significati polemici l’opera realizzata.

 

            In questo senso l’EAISMO si pone come un movimento storicamente valido in quanto vuole esprimere la realtà del nostro tempo e combattere tutte le volute astrattezze e stranezze artistiche, le quali non costituiscono arte, ma cerebralismo.

 

            L’EAISMO non è un formulario di volutismi: esso propugna la più sincera e libera maniera di espressione, che metterà in condizione l’artista di cogliere e fissare la fugacità ed energia la emozione pittorica o poetica. Emozioni pittoriche, che non saranno svisate o viziate da formule o impedimenti tecnici, perché proprio la asserita necessità di schiettezza e immediatezza della realizzazione dell’opera faciliterà il compito dell’artista.

 

            L’emozione pittorica o poetica fugace sarà realizzata così vergine ed essenziale che avrà ancora l’aspetto energico dell’idea. Se il pittore EAISTA, per rendere con la necessaria essenzialità ed immediatezza l’idea che lo ha illuminato, sentirà inutile soffermarsi a dipingere certi particolari anatomici di una figura perché il soffermarsi su di essi lo fuorvierebbe dalla realizzazione di ciò che più veramente lo ha affiancato, non sarà necessaria che li dipinga, perché ciò che della figura comunque realizzerà, sarà capace di suggerire di per sé l’esistenza di ciò che non è stato dipinto.

 

            Che importa se il pittore EAISTA abolirà alcune linee o addirittura un volto, o se, per esprimere un nudo, traccerà solo l’armonia lineare di un bacino o di una sola spalla? Il profano, di fronte a ciò, potrà rimanere perplesso o smarrito, potrà anche pensare che al dipinto mancano tre quarti di esecuzione, ma non potrà mai condannare l’EAISTA, in quanto il suo facile giudicare, sarà, questa volta, autentica ignoranza: infatti l’EAISTA che sia veramente tale deve, attraverso ciò che è espresso, suggerire la presenza di ciò che non si è soffermato a realizzare e il visitatore non potrà non percepirla, quella presenza.

 

            Ne consegue che l’EAISTA dovrà abolire ogni compiacenza per qualsiasi forma di orpelli e sovrastrutture retoriche. Ricercherà sempre nel dipinto e nello scritto quella nuda essenzialità, che gli permetterà di esprimere la sua intenzione secondo gli universali valori della pittura e della poesia con aderenza e coerenza, frutto di educazione e sensibilità. Per far questo l’uomo d’oggi, mercè il progresso tecnico-editoriale, ha a sua disposizione molto materiale culturale: pubblicazioni, monografie, riproduzioni a colori ecc. Può così raggiungere per la educazione del suo gusto e della sua sensibilità una completa conoscenza di quanto è stato fatto in arte, e ciò lo agevolerà nel suo arricchimento culturale: e ciò è doveroso, perché l’EAISTA deve essere anche padrone della tecnica e capace di esprimere compiutamente ed esaurientemente la sua visione.

 

            Il pittore ed il poeta EAISTI non si compiacciono di mondi astratti e difficili, e tanto meno di linguaggi impenetrabili. Poiché peraltro l’artista, prima di essere tale, dovrà anche essere un uomo nel senso più inquietante della parola, ne deriva l’esigenza di esprimersi con complessa ricchezza.

 

            Si profila, in quanto è detto sopra, la risposta alla asserita necessità di rendere l’arte coerente col dinamismo del mondo, la necessità di una coerenza EAISTA.

 

            E’ bene tuttavia precisare che il movimento non esalta l’era atomica, tremenda e malefica, né si ispira al fenomeno di quel tragico progresso umano che l’ha generata nei suoi aspetti esteriori e meccanici. L’EAISMO esprimerà la tragedia del XX secolo ispirandosi al senso di quella tragedia, cioè al senso dell’uomo in quanto tuffato a vivere in essa, nutrito di essa, cercando di scoprire di nuovo nell’uomo, e tradurlo in opere, l’equilibrio infranto dell’equazione uomo-mondo. E ciò avverrà necessariamente: non solo, ma, più, perché l’EAISMO si propone programmaticamente di cogliere ed esprimere il senso del secolo in cui fiorisce, in elevazione di spirito.

 

 

VOLTOLINO FONTANI                                                                                MARCELLO LANDI

 

ANGIOLO SIRIO PELLEGRINI                                                                          GUIDO FAVATI

 

ALDO NERI

 

 

 

            Livorno Ottobre 1948.

 

 

 


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