Noi non abbiamo più, per dipingere e per
scrivere, la calma visione del mondo di un Tiziano o di un Ariosto:
l’inquietudine determinata dal progresso, e perfino le lacune fisiologiche
effetto dei mutamenti biologici della specie, ce ne fanno diversi. Ciò
nonostante il movimento EAISTA vuole riaffermare la universalità
dell’espressione artistica, pur asserendo che l’arte debba adeguarsi alle
particolari esigenze della nostra attuale età, e ciò senza impregnare di
significati polemici l’opera realizzata.
In questo senso l’EAISMO si pone come un
movimento storicamente valido in quanto vuole esprimere la realtà del nostro
tempo e combattere tutte le volute astrattezze e stranezze artistiche, le quali
non costituiscono arte, ma cerebralismo.
L’EAISMO non è un formulario di volutismi:
esso propugna la più sincera e libera maniera di espressione, che metterà in
condizione l’artista di cogliere e fissare la fugacità ed energia la emozione
pittorica o poetica. Emozioni pittoriche, che non saranno svisate o viziate da
formule o impedimenti tecnici, perché proprio la asserita necessità di
schiettezza e immediatezza della realizzazione dell’opera faciliterà il compito
dell’artista.
L’emozione pittorica o poetica fugace
sarà realizzata così vergine ed essenziale che avrà ancora l’aspetto energico
dell’idea. Se il pittore EAISTA, per rendere con la necessaria essenzialità ed
immediatezza l’idea che lo ha illuminato, sentirà inutile soffermarsi a
dipingere certi particolari anatomici di una figura perché il soffermarsi su di
essi lo fuorvierebbe dalla realizzazione di ciò che più veramente lo ha
affiancato, non sarà necessaria che li dipinga, perché ciò che della figura
comunque realizzerà, sarà capace di suggerire di per sé l’esistenza di
ciò che non è stato dipinto.
Che importa se il pittore EAISTA abolirà
alcune linee o addirittura un volto, o se, per esprimere un nudo, traccerà solo
l’armonia lineare di un bacino o di una sola spalla? Il profano, di fronte a
ciò, potrà rimanere perplesso o smarrito, potrà anche pensare che al dipinto mancano
tre quarti di esecuzione, ma non potrà mai condannare l’EAISTA, in quanto il
suo facile giudicare, sarà, questa volta, autentica ignoranza: infatti l’EAISTA
che sia veramente tale deve, attraverso ciò che è espresso, suggerire la
presenza di ciò che non si è soffermato a realizzare e il visitatore non potrà
non percepirla, quella presenza.
Ne consegue che l’EAISTA dovrà abolire
ogni compiacenza per qualsiasi forma di orpelli e sovrastrutture retoriche.
Ricercherà sempre nel dipinto e nello scritto quella nuda essenzialità, che gli
permetterà di esprimere la sua intenzione secondo gli universali valori della
pittura e della poesia con aderenza e coerenza, frutto di educazione e sensibilità.
Per far questo l’uomo d’oggi, mercè il progresso tecnico-editoriale, ha a sua
disposizione molto materiale culturale: pubblicazioni, monografie, riproduzioni
a colori ecc. Può così raggiungere per la educazione del suo gusto e della sua
sensibilità una completa conoscenza di quanto è stato fatto in arte, e ciò lo
agevolerà nel suo arricchimento culturale: e ciò è doveroso, perché l’EAISTA
deve essere anche padrone della tecnica e capace di esprimere compiutamente ed
esaurientemente la sua visione.
Il pittore ed il poeta EAISTI non si
compiacciono di mondi astratti e difficili, e tanto meno di linguaggi
impenetrabili. Poiché peraltro l’artista, prima di essere tale, dovrà anche
essere un uomo nel senso più inquietante della parola, ne deriva l’esigenza di
esprimersi con complessa ricchezza.
Si profila, in quanto è detto sopra, la
risposta alla asserita necessità di rendere l’arte coerente col dinamismo del
mondo, la necessità di una coerenza EAISTA.
E’ bene tuttavia precisare che il
movimento non esalta l’era atomica, tremenda e malefica, né si ispira al
fenomeno di quel tragico progresso umano che l’ha generata nei suoi aspetti
esteriori e meccanici. L’EAISMO esprimerà la tragedia del XX secolo ispirandosi
al senso di quella tragedia, cioè al senso dell’uomo in quanto tuffato a
vivere in essa, nutrito di essa, cercando di scoprire di nuovo nell’uomo, e
tradurlo in opere, l’equilibrio infranto dell’equazione uomo-mondo. E ciò
avverrà necessariamente: non solo, ma, più, perché l’EAISMO si propone programmaticamente
di cogliere ed esprimere il senso del secolo in cui fiorisce, in elevazione di
spirito.
VOLTOLINO FONTANI
MARCELLO LANDI
ANGIOLO SIRIO PELLEGRINI GUIDO
FAVATI
ALDO NERI
Livorno Ottobre 1948.
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